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Editoriale del 30/12/2019
di Salvatore Sanfilippo - Vice Presidente FNC-VVF
Equiparazione: miraggio per pochi ma non per tutti!
Un congruo stanziamento per la «valorizzazione» del Corpo Nazionale ormai è cosa fatta. Certo, non i 216 milioni necessari ad equiparare i Vigili del Fuoco con la Polizia, ma in tre anni si dovrebbe raggiungere quasi l'80% del budget necessario. In termini di stanziamento, è roba da scrivere negli annali della storia e, se consideriamo i 103 milioni voluti dall'ex Sottosegretario Gianpiero Bocci nel 2017, possiamo cautamente affermare che forse la politica sta iniziando a comprendere il valore di questi uomini.
Come prevedibile, ognuno tenta di accaparrarsi meriti esclusivi e i venti i guerra iniziano a soffiare, ma siamo ancora agli albori ed il bello deve ancora venire. Nella selva di comunicati ufficiali dove, in linea di massima, prevale un cauto ottimismo, qualcuno in pompa magna stappa spumante e pubblica video trionfalistici di stampo mussoliniano che inneggiano alla vittoria. Che poi quale vittoria si celebra non si è proprio capito dato che nulla delle richieste storiche (almeno di questa parte sindacale) è stata raggiunta. In realtà i meriti sono di tutti, nessuno escluso: ognuno ha perorato la causa sondo il proprio modus operandi. Alla faccia di chi ha sempre sostenuto l'inutilità delle parti sociali!
Ma la vera lotta (interna) dovrà ancora avvenire proprio nel momento in cui si dovrà trovare una corretta risposta alle aspettative in termini di incrementi salariali del personale. Sarà una lotta che vedrà un "tutti contro tutti", trasversale a tutte le parti sociali. Una guerra tra categorie, tra generazioni, anziani contro giovani, "studiati" contro "praticati", ognuno con valide argomentazioni a supporto e che faranno scaldare i tavoli sindacali e dove questa volta non si escludono "morti" e "feriti" sul campo. Quello che invece sembra avere le idee più chiare di tutti è il Comitato Nazionale Pompieri che chiede la fotocopia dei tabellari della Polizia (i più giovani se ne facciano una ragione). Alla faccia della specificità del Corpo Nazionale! Diametralmente opposta è invece la linea USB - ma anche CGIL non è lontana da questa linea - che vorrebbe gestire il "tesoretto" utilizzando esclusivamente lo strumento del contratto, così da scongiurare l'arrembaggio dell'alta dirigenza che, di certo, non starà a guardare dalla finestra. Più cauti gli altri confederali, già accusati di aver fortemente influenzato la spartizione del precedente stanziamento di 103 milioni di euro e dove, in seno al riordino, i balzi in avanti di alcuni noti personaggi hanno suscitato il mal di pancia anche ai più fedeli degli iscritti.
Ora, se in termini generali è corretto rivendicare l'equiparazione con gli altri Corpi del Comparto Sicurezza - almeno secondo una logica di valori assoluti di stanziamenti -, non trova fondamento logico una sovrapposizione sic et simpliciter dei tabellari della PS, proprio in virtù della profonda diversità, sia in termini ordinamentali, sia nello svolgimento delle funzioni proprie dei Vigili del Fuoco, soprattutto in termini di rischio operativo, che è molto più alto nelle qualifiche iniziali. Senza considerare poi l'esposizione ad agenti patogeni che portano i Vigili del Fuoco ai vertici delle classifiche (non ufficiali) dei mestieri con il più alto rischio correlato. Alla luce di ciò, appare evidente che non può trovare alcuna giustificazione la sovrapposizione dei tabellari che lascerebbero senza alcun incremento le fasce di vigili più giovani e che, a differenza degli altri Corpi, non hanno la stessa possibilità nella progressione in carriera, essendo basata nei Vigili del Fuoco quasi esclusivamente per anzianità di servizio.
Quest'ultimo aspetto deve essere tenuto in forte considerazione nella valutazione dell'architettura stipendiale di una organizzazione. In polizia, per esempio, è possibile il passaggio di ruolo anche con pochi anni di servizio: solo 4 anni di anzianità minima per partecipare al concorso a vice sovrintendente, contro i 23 di media per passare alla qualifica di Caposquadra. Se aggiungiamo il fatto che l'incidenza di figure intermedie (come gli ispettori) in polizia supera il 20% dell'organico complessivo (contro il 4% dei VVF), è chiaro che un lavoratore della PS nell'arco della propria carriera ha molte più possibilità di migliorare le propria condizione lavorativa e stipendiale di un Vigile del Fuoco. Per tali ragioni, una sovrapposizione dei tabellari della PS ai vigili del fuoco risulterebbe premiante solo per le qualifiche apicali dei vari ruoli che, cm'è noto, registrano le maggiori differenze retributive, lasciando senza variazioni significative quella del ruolo "Vigili" che, paradossalmente, necessita di maggiori attenzioni in termini di incremento stipendiale.
Quindi, se il passaggio per sola anzianità sta dilatando a dismisura i tempi di progressione - lasciando al palo chi, magari, meriterebbe una qualifica più alta -, una soluzione che permetterebbe di collimare le esigenze di anzianità e meritocrazia non può che prevedere il passaggio di ruolo al 50% per esami e 50% per titoli, innestando contemporaneamente nel sistema un criterio incentivante per la permanenza nello stesso ruolo. Il concetto si potrebbe tradurre nell'introduzione di uno scatto convenzionale ogni 4 anni, dopo i 12 necessari per raggiungere la qualifica di coordinatore. Nel pieno rispetto della progressione stipendiale dei tabellari (puri), 3-4 scatti stipendiali nel ruolo, oltre la qualifica apicale, permetterebbero il giusto premio economico per disincentivare il passaggio al ruolo superiore per il personale più anziano.
Naturalmente, è più facile gridare slogan populistici che fanno presa sui colleghi più distratti che intavolare una serio e proficuo confronto con il personale...
Buon 2020 a tutti!
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Alla Direzione Centrale Risorse Umane
Pref. Darco Pellos
Piazza del Viminale, 1
Roma
Egregio Direttore ,
vogliamo farci portavoce delle innumerevoli segnalazioni di disagio ed incertezza provenienti da colleghi di vari Comandi VVF d’Italia , i quali si preoccupano giustamente delle notizie riguardanti il posticipo della mobilità del personale VF non specialista . Mobilità prevista per novembre 2019 ?
La scrivente Federazione chiede la conferma di tale periodo e di conoscerne la motivazione
Cordialmente .
Per la FNC VVF
Sergio Camminata
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Schema di decreto promozione alla Qualifica di Caposquadra – Caporeparto
( Testo della Lettera inviata il 25 Settembre 2018 ai vertici Tecnici e Politici del Dipartimento )
In relazione agli schemi di decreto in oggetto, la scrivente Federazione intende esprimere alcune osservazioni circa i criteri stabiliti negli schemi di decreto al vaglio degli organi competenti.
In particolare, riteniamo doveroso sottoporre alla Vostra attenzione l’effetto discriminatorio generato dal meccanismo di punteggi relativo ai titoli di studio, ed in particolare, alla riduzione del punteggio per le lauree che non appartengono alle classi di studio in Ingegneria ed Architettura, così come per i diplomi non rientranti nella tabella allegata.
E’ bene precisare che il passaggio al Ruolo dei Capisquadra/capireparto avviene dopo circa venti anni di servizio e che, come affermato dallo stesso Capo dipartimento in occasione delle recenti audizioni parlamentari sullo schema del decreto sul riordino del Corpo, è intendimento dell’Amministrazione riconoscere, in via prevalente, l’esperienza maturata sul campo dai colleghi che aspirano a ricoprire ruoli di coordinamento operativo. Da qui la scelta di abbandonare il vecchio sistema nei criteri di accesso ai predetti ruoli che prevedeva un “doppio binario”: uno per titoli ed esami, uno solo per titoli (anzianità), prediligendo così il secondo criterio.
Tale intendimento - dalla scrivente Federazione contestato in svariate occasioni, dato che di fatto vengono annullati importanti aspetti meritocratici - contrasta con la logica discriminatoria innescata nella scala punteggi dei titoli, in particolare, la penalizzazione di qualsiasi laurea che non sia ingegneria o architettura. Analogo discorso vale per l'effetto discriminante di alcuni diplomi tecnici, a scapito della generalità degli altri diplomi.
Il Caposquadra, infatti, non è un ingegnere ma un coordinatore, un team builder , dove nessuna garanzia su questi aspetti è proferita dal possesso della laurea in ingegneria o architettura. Non solo, ma l’ampliamento delle competenze del Corpo Nazionale, necessità di una pluralità di conoscenze, non rinvenibili (o solo in maniera parziale) nei citati titoli accademici, tali da trovare una premialità nelle procedure concorsuali.
A titolo di esempio, citiamo alcune importanti conoscenze necessarie nello svolgimento delle attività del Corpo: competenze giuridiche, per le funzioni di polizia giudiziaria; chimiche, fiche, biologiche per i delicati aspetti legati alla difesa civile da attacchi non convenzionali (NBCR); psicologiche e umanistiche in genere, per l’area formazione e nella gestione della squadra.
Infine, non meno importante, bisogna considerare le ripercussioni sugli aspetti motivazionali che ricadrebbero sul personale, data la pesante discriminazione subita sia tra i diplomati che tra i laureati in discipline diverse da quelle elencate.
Sempre secondo la logica dell'esperienza maturata poi, chiediamo venga riconosciuta anche l'anzianità di servizio espletata in qualità di volontario/discontinuo e del servizio di leva svolto nel Corpo (limitatamente ai giorni effettivamente espletati).
Infatti, come noto, il servizio svolto dai volontari, ai sensi di legge è uguale a quello svolto dal personale permanente, non trova quindi giustificazione il mancato riconoscimento di questa importante esperienza che di certo hanno contribuito fattivamente nella formazione professionale del Vigile del Fuoco.
Nella speranza di aver fornito un valido contributo, auspichiamo si possano apportare le modifiche richieste, orientando la scala punteggi esclusivamente sul livello di studi raggiunto, a prescindere dalla natura degli stessi e valorizzando inoltre anche l'esperienza degli ex volontari oggi permanenti.
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