Schema di decreto promozione alla Qualifica di Caposquadra – Caporeparto
( Testo della Lettera inviata il 25 Settembre 2018 ai vertici Tecnici e Politici del Dipartimento )
In relazione agli schemi di decreto in oggetto, la scrivente Federazione intende esprimere alcune osservazioni circa i criteri stabiliti negli schemi di decreto al vaglio degli organi competenti.
In particolare, riteniamo doveroso sottoporre alla Vostra attenzione l’effetto discriminatorio generato dal meccanismo di punteggi relativo ai titoli di studio, ed in particolare, alla riduzione del punteggio per le lauree che non appartengono alle classi di studio in Ingegneria ed Architettura, così come per i diplomi non rientranti nella tabella allegata.
E’ bene precisare che il passaggio al Ruolo dei Capisquadra/capireparto avviene dopo circa venti anni di servizio e che, come affermato dallo stesso Capo dipartimento in occasione delle recenti audizioni parlamentari sullo schema del decreto sul riordino del Corpo, è intendimento dell’Amministrazione riconoscere, in via prevalente, l’esperienza maturata sul campo dai colleghi che aspirano a ricoprire ruoli di coordinamento operativo. Da qui la scelta di abbandonare il vecchio sistema nei criteri di accesso ai predetti ruoli che prevedeva un “doppio binario”: uno per titoli ed esami, uno solo per titoli (anzianità), prediligendo così il secondo criterio.
Tale intendimento - dalla scrivente Federazione contestato in svariate occasioni, dato che di fatto vengono annullati importanti aspetti meritocratici - contrasta con la logica discriminatoria innescata nella scala punteggi dei titoli, in particolare, la penalizzazione di qualsiasi laurea che non sia ingegneria o architettura. Analogo discorso vale per l'effetto discriminante di alcuni diplomi tecnici, a scapito della generalità degli altri diplomi.
Il Caposquadra, infatti, non è un ingegnere ma un coordinatore, un team builder , dove nessuna garanzia su questi aspetti è proferita dal possesso della laurea in ingegneria o architettura. Non solo, ma l’ampliamento delle competenze del Corpo Nazionale, necessità di una pluralità di conoscenze, non rinvenibili (o solo in maniera parziale) nei citati titoli accademici, tali da trovare una premialità nelle procedure concorsuali.
A titolo di esempio, citiamo alcune importanti conoscenze necessarie nello svolgimento delle attività del Corpo: competenze giuridiche, per le funzioni di polizia giudiziaria; chimiche, fiche, biologiche per i delicati aspetti legati alla difesa civile da attacchi non convenzionali (NBCR); psicologiche e umanistiche in genere, per l’area formazione e nella gestione della squadra.
Infine, non meno importante, bisogna considerare le ripercussioni sugli aspetti motivazionali che ricadrebbero sul personale, data la pesante discriminazione subita sia tra i diplomati che tra i laureati in discipline diverse da quelle elencate.
Sempre secondo la logica dell'esperienza maturata poi, chiediamo venga riconosciuta anche l'anzianità di servizio espletata in qualità di volontario/discontinuo e del servizio di leva svolto nel Corpo (limitatamente ai giorni effettivamente espletati).
Infatti, come noto, il servizio svolto dai volontari, ai sensi di legge è uguale a quello svolto dal personale permanente, non trova quindi giustificazione il mancato riconoscimento di questa importante esperienza che di certo hanno contribuito fattivamente nella formazione professionale del Vigile del Fuoco.
Nella speranza di aver fornito un valido contributo, auspichiamo si possano apportare le modifiche richieste, orientando la scala punteggi esclusivamente sul livello di studi raggiunto, a prescindere dalla natura degli stessi e valorizzando inoltre anche l'esperienza degli ex volontari oggi permanenti.