Seconda vittoria dell'associazione vittime del precariato ancora una volta al tribunale di Roma ove per la seconda volta, è stata respinta l'opposizione del Ministero. Ora bisogna mettere nuovamente le mani nel portafogli e pagare il vigile discontinuo, ossia retribuire ciò che ingiustamente non gli è mai stato pagato: il suo legittimo TFR.
Perché legittimo?
Ma è semplice! I giudici ritengono che il vigile del fuoco discontinuo abbia svolto un LAVORO e per questo, guarda un po', debba essere retribuito. Per cui si aprono scenari molto ampi per questa categoria ritenuta fino ad oggi una categoria di "lavoratori volontari". Insomma, nessuno sa come chiamarli esattamente, però al Comando sanno bene come trattarli. E cosa dicono allora i giudici in merito ad un logico riconoscimento del loro status? Sono o non sono dei lavoratori a tempo determinato? Lo scorso anno quasi 5 mila vigili del fuoco hanno dato fiducia al regolare corso della giustizia, chiamata a decidere sulle loro sorti. Ebbene, ad oggi, nessuna logicità! Dapprima il Governo, con una manovrina, ha inserito una norma nella legge di stabilità dello scorso anno, che dichiarava la non applicabilità del D.lgs. 368/2001 (legge sul contratto a tempo determinato) al loro rapporto di lavoro, poi ha ribadito che il loro rapporto non è di lavoro dipendente e che i discontinui possono essere richiamati in servizio non più per "particolari necessità" come era scritto in passato nella legge, bensì per "qualsiasi necessità". Questo intervento così mirato ha avuto un risultato incredibile e "inaspettato", ossia è servito soltanto a dare l'ultima spinta che ci serviva, ossia a far si che i Tribunali respingessero i ricorsi. E la prima decisione non si è fatta attendere. Con una rapidità "sorprendente", infatti, la Corte di Appello di Genova ha bocciato l'unica sentenza del tribunale di Savona che aveva condannato il ministero a pagare le 15 mensilità a tre colleghi discontinui, i quali quindi non hanno percepito neanche un euro. Ebbene da questa sentenza in poi, il Ministero ha avuto gioco facile. Ci viene riportato che ormai l'avvocatura spesso non si presenta più nemmeno in udienza! Un copia e incolla della Sentenza della Corte d'Appello di Genova.
Per onor del vero bisogna riportare che i giudici sono incuriositi da questa vicenda e pare che trovino difficoltà a motivare le loro sentenze in quanto pare difficile liquidare il caso dicendo che i discontinui sono chiamati per "esigenze sostitutive", perché è sostituzione se si viene chiamati a lavorare al posto di un permanente assente per malattia o per ferie, ma non è sostituzione se si viene chiamati a lavorare al posto di un permanente che non è mai stato assunto!!!
Però il dato di fatto è che nessuno se la sente di discostarsi dalla sentenza di Genova.
Cosa si è imparato da questa breve ma non conclusa esperienza?
Si è imparata una lezione che non avremmo mai creduto un giorno di apprendere: i vigili del fuoco permanenti quando si recano sul luogo di lavoro LAVORANO, i discontinui invece lavorano ma fanno volontariato.
Eh si...lavorano...altrimenti come si spiegherebbe il riconoscimento del TFR?
L'orientamento cambierà...
Il vento cambierà direzione e quel giorno l'A.L.Vi.P. sarà ancora al suo posto a tutela di quelle garanzie e certezze che in un Paese civile dovrebbero essere il compito delle Istituzioni, e non di un'associazione di volontariato.
Un ringraziamento sentito per la tenacia, professionalità e perseveranza dello Studio Legale Gallone & Urso di Roma.
Maruska Piredda
FNC VVF ed Alvip: Discontinui tra ricorsi e contraddizioni
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